GIUSEPPINI IN ALBANIA
La Congregazione di San Giuseppe, è presente in Albania, nella città di Fier dal 1995, per una missione di evangelizzazione, educativa e di promozione umana, iniziata dalla provincia religiosa italiana.
Già dall’inizio della presenza dei giuseppini si è costituita una comunità tra religiosi e laici, senza averlo programmato, negli anni si sono succeduti dei confratelli in tirocinio da altre provincie della Congregazione, assumendo cosi un volto internazionali, provenendo tali confratelli dall’America Latina, Spagna, India e Africa.
La nostra ë una comunità religiosa allargata ai laici che condividono la vita comunitaria e la stessa missione, che accettano di vivere il carisma spirituale e apostolico della Congregazione di San Giuseppe come espressa da San Leonardo Murialdo.
Una comunità aperta alla riflessione sulla vita religiosa nel mondo di oggi in cammino coi laici nella chiesa, per capirne i punti in comune e le differenti identità vocazionali che s’incrociano e cooperano per lo stesso Regno di Dio.
Ciò comporta per tutti ogni giorno un ritmo di preghiera personale e comunitaria e, sul fronte apostolico, a Fier il servizio educativo per i giovani del Centro di Formazione Professionale; tra i ragazzi dell’Oratorio; l’aiuto alle famiglie povere seguite dall’Ufficio sociale, e cosi anche per la scolarizzazione della minoranza di etnia Rom; il Sostegno a distanza per minori in difficoltà; e nella città di Durrës l’impegno pastorale in due Centri di Culto nella periferia nord della città, in collaborazione con la Chiesa locale.
Ne risulta una vita comunitaria stile famiglia, variegata e ricca di affetto e di amicizia, con una forte valenza di formazione reciproca, segnata da comunicazione e condivisione, passione per il lavoro e corresponsabilità, senso forte di appartenenza, esperienza di gioia e di festa, di fiducia reciproca, che rendono serena la vita comune, anche se non mancano i momenti difficili.
Una comunità aperta al suo interno e all’accoglienza di quanti si coinvolgono con essa, interessati alla missione. Diversi confratelli in formazione nel periodo estivo sono presenti e collaborano con la comunità nell’azione missionaria traendo un’esperienza arricchente e stimolante per il proseguo della loro formazione.
Fin dall’inizio si è costituita un’associazione: “Qendra Sociale Murialdo”, che avesse la legittimazione ad operare sul territorio albanese per la Formazione Professionale; per le attività di animazione e sport nell’Oratorio, e con un Ufficio Sociale per le attività socio assistenziali, per venire incontro alle esigenze dei giovani e delle famiglie in difficoltà socio economiche, specie di etnia Rom.
I formatori del CFP; i gruppi giovanili per l’animazione estiva; i volontari del Servizio Civile Internazionale e quelli del Servizio Europeo impegnati con l’Engimi; gli amici, singoli o in gruppo, durante l’anno, per lungo o breve periodo, si mettono a servizio dei vari settori della missione o per la necessaria manutenzione delle strutture.
La comunità offre ospitalità, per breve o lungo periodo, a quanti, missionari e religiosi operano in Albania, condividendo con noi fraternità e sostegno reciproco. Occasione per raccontarsi confrontando le esperienze e le “avventure” della missione.
L’ambiente in cui si svolge la missione, offre molte sfide e difficoltà per il suo contesto sociale segnato dall’eredità del passato ateo materialista della dittatura comunista, da un sistema politico democratico con problemi di corruzione e criminalità, dagli effetti di una globalizzazione galoppante che rende ancora più evidente il contrasto tra gente omologata alla moda e la maggioranza povera, sempre più emarginata.
Una missione per questo un po’ arida, ma entusiasmante per voler rispondere al bisogno, espresso o no, di Dio e del suo amore misericordioso da parte di chi per lungo tempo ne è stato privato, in un Paese dove “volendo uccidere Dio”, hanno finito per distruggere l’uomo e la sua capacità di fiducia e di collaborazione, creando, loro malgrado, una schiera di Martiri, beatificati nella città di Skodër il 5 novembre 2016 da papa Francesco, segno luminoso di speranza e di rinascita per le nuove generazioni e per una società albanese migliore e più umana, più simile al modello dell’uomo nuovo, secondo Gesù Cristo.
Un fatto che ha caratterizzato e influenzato l’azione pastorale della comunità, é stato la morte di padre Ettore Cunial, che l’8 ottobre nell’anno 2001, a Durrës venne ucciso da un giovane a cui dava assistenza e aiuto, vittima di misericordia e della carità. All’8 ottobre 2020 è iniziata la causa di beatificazione da parte della diocesi di Tirana-Durrës e della Congregazione.